martedì 18 giugno 2013

Elastico per capelli: siete d'accordo con Carrie Bradshaw?


Buongiorno, carissime amiche di Fashion Art Break!


Ieri sera, dopo uno zapping frustrante, comodamente sdraiata sul mio divano bianco, ho scelto di rivedere una puntata a caso della favolosa serie di Sex and The City. Beh, a parte i look favolosi e l'ironia disarmante che riescono ad allietare le mie #seratefashioNO (chiamerò così quelle sere in cui hai voglia solo di canotta, pigiama a quadri e infradito), mi sono soffermata su un passaggio bene preciso, quello in cui Carrie riesce a capire che una donna non è newyorkese semplicemente perchè porta tra i capelli un... elastico di stoffa!
Sì, amiche mie. Li ricordate in testa alle nostre madri nel terribile decennio 80-90s, ancora oggi sopravvissuti sulla testa di qualche nonna bon ton demodé, di qualche Prof agée o di qualche sparuta turista?
Era ed è un classico: capello un po' vaporoso con frangettone o ciuffone raccolto in una coda (bassa, nel migliore dei casi); quando poi siamo davvero sfortunate, possiamo imbatterci invece in mezze code, stile fontanella, che provocano un tuffo nelle serie tv americane anni 80 e anche un tuffo al cuore, #confessiamolo!
Ebbene, dopo questa manfrina sull'old style elastico di stoffa per capelli,  vi confesso - per chi non lo avesse ancora saputo- che è tornato di moda! 
Già nella sfilata p/e 2012- 2013 di Ashish, abbiamo visto in passerella originali e divertenti elastici per capelli (glitterati, con fiocco e coloratissimi) a legare in modo disinvolto e originale grossi chignon apparentemente malfatti. Devo dire che il risultato mi è parso davvero interessante e so che lo sperimenterò presto ;-)
 Se volete osare anche voi con questo hair style decisamente vintage, allora potete dare un'occhiata alla sezione accessori di American Apparel che propone svariati elastici di diversa fantasia.
 Oppure, amiche mie, bastano scampoli di stoffa, un elastico e un po' di pazienza per farne quanti ne volete!

Buon lavoro

Besos






domenica 16 giugno 2013

Le stelle di Giovanna...



Un grazie speciale ad una signora poetica che si perde per le vie di Parigi in cerca di pietre ed ispirazioni per i suoi gioielli: Giovanna Salari di Giovy Gioie.
Per il primo giorno d'esame di Stato dei miei studenti ho indossato in un outfit un po' casual con camicia maschile azzurra, jeans skinny e sandali beige, questo paio di energici orecchini con corallo e stella dorata...

Una ventata d'estate in una tesa aula poco lontana dal mare!

Besos

Pronte per una New Shopping Experience?



Buona domenica, carissime lettrici di Fashion Art Break!

Pronte per una settimana di estate e glamour? Allora segnate in agenda questo appuntamento..
Dal 20 al 24 giugno A pochi passi dal Pantheon, in via dei Montecatini 1, il provocatore stilista romano Luigi Borbone inaugura la sua prima Temporary Boutique: il regno della creatività dello stilista, tra moda, opere d'arte e design.

Nella boutique, 200 metri quadrati dedicati alla vendita delle collezioni pret-à –porter (primavera estate 2013 e autunno inverno 2013/14) e dei bijoux, sarà anche disponibile un servizio di bellezza: le clienti che acquisteranno un capo potranno avvalersi del tocco di un coiffeur o di un make up artist, per una serata romana all’insegna del glamour.

L’opening di “The New Shopping Experience” sarà giovedì 20 giugno alle ore 19.30 con un défilé di presentazione delle collezioni in vendita.

Io ci vado. E voi?
Besos :-)









lunedì 10 giugno 2013

I nemici delle Fashion Blogger


Care lettrici e cari lettori di Fashion Art Break,

questo post nasce da una riflessione che chi, come me, si muove nell'ambito della comunicazione moda sul web si è ritrovata (nolente o volente) a fare.
Bene, oramai il web pullula di blogger, nella fattispecie fashion blogger, che con stile e linguaggio differente cercano di interpretare e scrivere di moda nel modo più personale (sempre più rare) e libero possibile, scavalcando quelle barriere castali che proteggono l'editoria cartacea da ingressi e curricula di comuni mortali. Almeno questo dovrebbe essere. Se poi queste blogger si rivelano un esercito di vallette semianalfabete che non scrivono più nulla e si vendono professionalmente al miglior offerente, questo è ben altra cosa. Io credo che essere testimonial o portavoce di un marchio, di un artigiano o di un creativo in cui si crede e in cui ci si riconosce non sia sbagliato, anzi: sono convinta che possa essere anche uno strumento di coesione , sinergia e collaborazione tra emergenti validi di questo settore. Quando invece questa condivisione di stile si trasforma in sudditanza, ecco che il Patrono dei Blogger, qualora dovesse esistere in qualche religione del Web, risulta oggetto di atroci blasfemie.
Ma ritorniamo al mondo delle fashion blogger non contaminate da reticenza e deformazione dell'informazione moda.
Esse, me compresa, si avvalgono dei social network per fidelizzare i propri followers e pubblicizzare, senza costo, il proprio blog nell'oceano mediatico del web.
Per fare questo, oltre a linkare i propri articoli su Facebook e Twitter, spesso fruiscono in uno degli strumenti più importanti nel marketing: lo storytelling. Questo termine inglese significa raccontare storie influenzanti ed è una vera e propria metodologia e disciplina usata soprattutto nelle imprese, nella politica, nell’economia per promuovere delle idee, dei valori o dei prodotti.
Ecco, nel caso delle fashion blogger il prodotto non è solo il proprio blog, ma anche il proprio stile che inevitabilmente si riflette in ciò che si scrive o che si sceglie di scrivere tra mille idee, stilisti e tendenze.
Così il nostro profilo Facebook, Instgram e Pinterest sono stracolmi di foto inerenti ai nostri outifit, alle nostre uscite, alla nostra routine, alle nostre passioni e alle nostre abitudini alimentari. Più sono divertenti, poetiche e suggestive e più gli amici o conoscenti seguono con interesse, anche se s'imbattono per caso in qualche foto.
Tuttavia è proprio questo continuo postare che spesso, per ragioni misteriose, crea del malcontento tra i propri amici virtuali e non. C'è chi lo vede come narcisismo (e ha ragione), chi come ostentazione, chi come fissazione e chi come espressione di superficialità.
A loro vorrei dare un antidoto a questo prurito e a questa indignazione: spegnete fb e leggete qualche libro in più oppure bloccate la persona in questione o ancora nascondete i suoi post. Facebook vi consente di gestire le vostre ansie e i vostri problemi di sopportazione in tutti i modi possibili, dai più indolori a quelli più eclatanti.
Ma forse sbirciare qua e là e tenersi aggiornati sugli ultimi spostamenti di una fashion blogger non è poi tanto drammatico e può portare un po' di colore nelle vostre vite stracolme di uva inarrivabile.

Bacetti


sabato 8 giugno 2013

La voce di IAMAlina seduce il Teatro Quirino


Care lettrici di Fashion Art Break,

ieri sera, presso il Teatro Quirino, ha avuto luogo il concerto di un'artista musicale emergente: Iamalina, energica cantante di origine italo rumena. Iamalina scrive ed interpreta la sua musica, cantando sia in inglese che in rumeno; portando sul palco del Quirino  non solo la sua voce contenuta con forza e originalità nel suo album  “Alina” ma anche la presenza di 11 musicisti internazionali, dove culture diverse si sono confrontate e fuse in un atmosfera unica supportata da  grandi effetti scenici.
Sicuramente un’artista che ha dimostrato di meritare tutto l’entusiasmo del pubblico, per la sua tenacia e  la sua bravura nel rendere ammaliante ciò che interpreta.
Tutto fa pensare che presto la rivedremo nello scenario musicale italiano, emblema di una cultura che ha scelto di fondersi nel cosmopolitismo in un connubio irresistibile.


venerdì 7 giugno 2013

Armani boccia Milano ed esalta Roma. Perchè?



Caro Giorgino, sono d'accordo: ma anziché fare campagna elettorale per Alemanno, perché non ti trasferisci a Roma e cerchi di risollevare la moda capitolina da questo squallore?

Ecco una parte dell'articolo de  La Repubblica

Voi cosa ne pensate?



«Diciamolo: Roma è più pulita di Milano». A sorpresa Giorgio Armani lancia una frecciata sulla mancanza di decoro e pulizia del capoluogo lombardo, che in quanto «capitale della moda» dovrebbe curare con grande attenzione la sua immagine. Ma per il guru della moda in questo match Roma ha la meglio: «È decisamente piu pulita». E così boccia sonoramente Milano, dove i graffiti imperversano e le insegne al neon sono «invadenti e di cattivo gusto». Armani ha pronunciato il verdetto proprio a Roma, da via Condotti, dove ha inaugurato la sua boutique di tre piani e nella notte, all’Eur, ha organizzato una memorabile sfilata.

Per rincarare la dose lo stilista aggiunge: «Mi piacerebbe venire più spesso a Roma, una delle città più belle al mondo, ma non lo faccio perché poi aumenta il mio dispiacere di tornare a Milano e vedere com’è ridotta». I romani gongolano per i giudizi positivi espressi da Re Giorgio sul «lindore» di Roma, ma chiedono anche di sapere cosa non vada nella capitale meneghina. E lui racconta: «A Milano i graffiti sono ovunque, sui muri dei palazzi, sui portoni, nulla è risparmiato. Basta andare lungo i Navigli per rendersi conto di quanto siano invasivi». Armani salva l’arte dei writers, ma non chi imbratta le facciate. Ce n’è anche per le scritte al neon, «sempre più grandi e vistose», usate come insegne dei negozi o per la pubblicità. Una deriva estetica che lo stilista vorrebbe che sia arginata: «Fosse per me toglierei tutto». Come dire: Milano non è città da neon, merita più rispetto. (...)


Una borsa di Dafne per il mio prossimo viaggio!


Pazze per le borse?

Care lettrici di Fashion Art Break, allora oggi vi parlo di un evento interamente dedicato a questo nostro amatissime e irrinunciabili accessorio. “Le Signorine di Via Barberini” mi hanno infatti  invitata a scoprire le “Borse di Dafne” presso lo show room della fashion designer Dafne Taverna, in via Pio Foà 23, Roma dove le invitate hanno potuto incontrarsi, confrontarsi e scegliere qualcosa di nuovo per la bella stagione accolte in questo luminoso Atelier.
Dafne è una promettente designer romana che dal 200 decide di intraprendere la strada della moda e dell'imprenditoria creando il marchio "Le borse di Dafne". Mettendo a frutto le nozioni apprese in un corso di taglio e cucito precedentemente frequentato per hobby, trasforma le idee su carta in capi confezionati
Borse dalle linee morbide, capienti, accattivanti. Declinate in vari colori e materiali. Modelli in pelle, in canvas di lino, in camoscio e in alcantara a più combinazioni cromatiche. Maniacale la scelta di zip, chiusure, pendenti, in argento per il modello “Cico”, tasche interne, scomparti utili e discreti, moschettoni e minuterie metalliche di pregio. Abiti in maglina dalla trama delicata, dai volumi ampi o che seguono la silhouette, geniali foulard ad anello double face, accompagnati ad innumerevoli cintine  in cuoio con borchie e scintillanti dettagli in oro e argento.
Accessori uomo, utili per il viaggio ed il tempo libero. Ogni creazione può essere indossata  sino a tre varianti  a seconda delle varie esigenze della giornata: la stessa borsa la si può infatti portare a mano, a spalla o a tracolla grazie alla sua versatilità …
Prestigio, eleganza e praticità sono i tre aggettivi che rappresentano il marchio “Le borse di Dafne”, un esempio dell’eccellenza dell’artigianato Made in Italy caratterizzato da uno stile originale, estremamente femminile e mai eccessivo che contempla le molteplici necessità della donna contemporanea.  



 "Per vedere le immagini delle collezioni e gli ultimi aggiornamenti visitare il link di seguito: "Le Borse di Dafne" | Facebook   oppure visitare il sito  www.leborsedidafne.it"