domenica 20 novembre 2011

Le religione della materia... '' through'' di emanuele gatto e francesca iaconisi



Attraverso. 
Attraverso la pelle. Attraverso il colore. Attraverso il silenzio. Attraverso l’anima . Solo e semplicemente ‘attraverso’, le cose smettono di essere cose e rinascono  come spirito dai mille colori imprigionati in trame indistruttibili.
Through è l’opera d’arte di due bellissime anime coraggiose i cui corpi portano il nome di Emanuele Gatto e Francesca Iaconisi.

Capelli ricci e sguardo profondo che spezza la montatura nera delle sue lenti, lui. Lunghi capelli e grazia da fata dei boschi, lei.
Insieme fanno scoppiare la scintilla di un’arte non convenzionale, gravida di sperimentazioni, fermento. Emanuele è l’arte, figlio di mille epoche che s’incontrano, così  parco di schemi , barriere cronologiche e rigidità; Francesca è la moda Silente, Sibilla di uno stile inesplorato e di ‘gratia pleno’, sarta di chilometri di stoffe introvabili nel quotidiano concitato e banale.


E insieme si uniscono in un amplesso di estetica e dinamica contemplazione.
Cari lettori, non vi sto raccontando un sogno, ma una mostra espositiva ospitata, da ieri sera fino al 30 novembre, al Rising Love, Associazione culturale sita nel cuore di Roma, dove locali e musica sembrano allontanare dai tumultuosi silenzi di una religione. La religione della materia che da sempre è letta come sinonimo di effimero, caduco, corruttibile.
Ma quando si parla di colori, pelle, tele, corpo… l’ accettazione della sua mera natura si evolve in emozione autentica, opera d’arte,  vibrazione.


Nell’ebbrezza primordiale di questa religione senza dogmi, Emanuele e Francesca hanno costruito il loro altare di fede e hanno recitato le loro preghiere d’arte nei video di Luca Contieri su musiche di Andrea Mangia (Populous) . Flusso di colori e accostamenti che dalla superficie nuda della pelle imprimono tele e attraversano trame, in un susseguirsi di dissolvenze e sovrapposizioni che passano continuamente dalla pelle al tessuto e dal tessuto alla pelle.

I video raccontano,  con movimenti sinuosi, lenti, delicatissimi e gonfi di forza i momenti di questa genesi creativa; momenti  immortalati, come in effigi sacre di un sacrificio catartico, nelle fotografie di Matteo Saccavino e Sabrina Zimmitti e nelle otto istallazioni di abiti- tele che piovono dal freddo soffitto di un locale fintamente dismesso.

Sono abiti e sono tele che, considerati come entità singole, rivelano la loro natura incompleta, per rinascere insieme in una nuova esistenza di complessa autosufficienza emotiva.
Lo spazio espositivo del Rising Love di riempie delle emozionate interpretazioni dei presenti, come se fossero indistricabili fili trasparenti che si avvolgono sulle tele volanti, per ritrovare in quelle sincronie di colore, il profumo della carne, della pelle e dello spirito di due sognatori.
Vi lascio con unabreve intervista ad Emanuele Gatto e Francesca Iaconisi e con una photogallery della serata.
   
Alla prossima avventura, miei cari lettori! 







Emanuele e Francesca, quando vi siete conosciuti?
E: Il nostro incontro artistico risale a un anno e mezzo fa. Io e Francesca abbiamo capito di avere moltissimi interessi in comune: entrambi ci concentriamo sul corpo e sulla relazione che la moda e l’arte hanno con questo.
I vostri video parlano di un corpo maschile e femminile che si toccano nel colore. Può il corpo trascendere la carnalità e la passione per diventare altro?
Emanuele sorride, Francesca risponde con piglio:
Sì, si può trascendere completamente la carnalità. In questo esperimentoi  nostri corpi non sono passione carnale, ma strumento di una nuova arte.
Le  vostre sperimentazioni  artistiche hanno trovato la loro realizzazione in  questa mostra suggestiva. Ma nel vostro intento c’è anche il desiderio di superare questo momento contemplativo ed estetico, per affrontare il mondo frenetico con un nuovo progetto?
F. Siamo partiti con THROUGH – esperimenti per iniziare un viaggio attraverso concetti e filosofie cari ad entrambi ; viaggio che in futuro ci porterà  sicuramente a realizzare progetti diversi… Chissà…
E. sì, perché l’esperimento per noi è la parte fondamentale di una poetica. Quindi, seguendo questa filosofia potremmo  curare tanti altri progetti più vicini alla moda, magari…
Francesca, tu sei già stilista e hai un tuo marchio, Silente: hai fruito di queste sperimentazioni per adattarle al mood e allo stile delle tue creazioni?
F. Sì, certamente: ho acquisito moltissimo da questo progetto con Emanuele, in termini di creatività e temi da sviluppare in una prossima collezione….In fondo, ogni mio abito è diverso dall’altro e nella sua unicità racchiude il senso di inimitabilità di un’opera d’arte, proprio come il prodotto artistico finale  di Through.
Quanto vi fa gola un eventuale  ingresso nel concitato mondo del Fashion?
E. Beh, direi molto. Ma, anche se un giorno entreremo in questo mondo, continueremo a considerare la moda più come Arte che come semplice ‘tendenza’.









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